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Quando parliamo di export e “Made in Italy” si pensa subito alle eccellenze enogastronomiche italiane rinomate in tutto il mondo. Molti però ignorano l’altro grande settore vivo e pulsante della nostra produzione: la meccanica strumentale.
Questo comparto industriale rappresenta la prima voce dell’Italia nel mondo, classificandola al quinto posto tra i paesi che esportano metà della produzione globale. Ci superano solo Cina, Germania, Stati Uniti e Giappone. Siamo secondi poi - dietro alla Cina - in termini di rapporto tra valore aggiunto esportato ed esportazioni. Parlando di cifre, i prodotti della meccanica strumentale fatturano ben 1.600 miliardi di euro l’anno, di cui circa 80 miliardi sono rappresentati da macchinari italiani. E questi numeri sembrano non trovare crisi; infatti, i consuntivi del 2017 sono tutti in positivo.
La “meccanica strumentale” è quel settore eterogeneo che si occupa delle macchine destinate alla produzione industriale, tra cui: i macchinari “necessari” al funzionamento di un’altra macchina, gli “autonomi” che operano in maniera indipendente e i macchinari ad uso specifico. Realizza attrezzature per l'agricoltura e l’industria alimentare, macchine per la lavorazione della plastica, della gomma e del legno, dispositivi per l’elettromeccanica ed il settore meccano-tessile e macchine per il confezionamento e l’imballaggio.
A dispetto della scarsa riconoscibilità che viene data da parte dei clienti finali al settore della meccanica strumentale, i beni di questo tipo hanno, invece, un ruolo centrale nei sistemi economico-produttivi italiani.
ANIMA, la Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica varia e Affine, è l'organizzazione industriale di categoria che, all’interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica. Tra queste sicuramente la meccanica strumentale è uno dei settori più promettenti e proficui, in quanto a potenziale di esportazione e innovazione.
Nonostante la ridotta dimensione aziendale le imprese italiane del settore continuano a raggiungere buoni risultati in termini di produttività, con un fatturato medio per addetto tra i più alti nell’Unione Europea.
La distribuzione geografica della produzione è concentrata soprattutto nel Nord Italia, per il 50% in Lombardia ed Emilia-Romagna, ad eccezione del distretto produttivo di Vicenza che rappresenta un altro grande polo commerciale.
Secondo gli ultimi dati AMAPLAST (Associazione nazionale costruttori macchine/stampi per materie plastiche e gomma), la produzione delle macchine per la lavorazione della gomma e la plastica è cresciuta nell’ultimo anno del 10% con un export pari al 70%.
I dati UCIMA (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) e ANIMA mostrano poi come anche il settore packaging e processing abbiano visto un aumento del fatturato del 5,9% con un export al 69%.
ACIMGA (Associazione Costruttori Italiani di Macchine per l'Industria Grafica, Cartotecnica, Cartaria, di Trasformazione e Affini) e ARGI (Associazione Nazionale dei Fornitori dell’Industria Grafica), invece, evidenziano una crescita del 13% per le macchine per la stampa industriale e il converting con un export pari al 67%. Secondo ANIMA anche la logistica interna è cresciuta del 5,4% con un export del 36%.
Le previsioni pubblicate dal Centro Studi Confindustria sono in linea con queste tendenze; si prevede, infatti, per gli investimenti in Macchinari e Attrezzature e in Mezzi di Trasporto in Italia un incremento annuo superiore al 4%, così come ci si aspetta un incremento medio annuo pari al 4% per quanto riguarda la domanda estera.
ANIMA sottolinea l’importanza per la meccanica strumentale di internazionalizzare, considerando l’inconsistenza del mercato nazionale rispetto alla capacità produttiva potenziale della nostra manifattura. Proprio a questo fine, nel 2012 ANIMA ha siglato l’accordo operativo con Ipack-Ima SpA, il più importante organizzatore fieristico italiano nel campo della meccanica strumentale per il packaging e il processo, per la realizzazione di iniziative comuni sul fronte dell’internazionalizzazione.
Export e innovazione viaggiano parallelamente in vista di una crescita di questo settore. Vengono richieste, infatti, sempre più spesso macchine e tecnologie in grado di coniugare praticità, eco-sostenibilità e convenienza; proprio per questo c’è bisogno di strumenti altamente innovativi e sempre più connessi, in un’ottica di Industry 4.0, con un’attenzione particolare al risparmio e al green.
L’innovazione dell’industria della meccanica strumentale si concretizza, infatti, non solo con meccatronica e robotica avanzata, ma anche con la necessità di arrivare ad uno smart manufacturing; l’applicazione di sistemi “smart” appunto sono chiamati a comunicare tra loro e con l’ambiente esterno, ottimizzando la connessione delle varie risorse di un’azienda manifatturiera e migliorando la qualità dei prodotti.
Non solo enogastronomia e moda quindi come vanto del Made in Italy, ma anche meccanica strumentale, settore indispensabile per cavalcare la ripresa del mercato italiano.
Fonte: Euler Hermes Journal
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